Il reflusso gatroesofageo nei neonati

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo fastidioso che può presentarsi durante la fisiologica crescita del neonato ,ma che come tale non va considerato come una malattia. Spesso mi capita di ascoltare le soluzioni che i genitori cercano di adottare. Soluzioni, spesso più dannose che risolutive ,come la somministrazione di farmaci,la sospensione dell’allattamento o un divezzamento precoce.  Il reflusso gastroesofageo è  la risalita di materiale acido proveniente dallo stomaco e si manifesta con rigurgiti frequenti di saliva,latte e muco. Il tutto è dovuto al fatto che la valvola che separa l’esofago dallo stomaco non ha ancora un completo funzionamento,cosa del tutto normale. In questa fase sarà fondamentale:
-non somministrare farmaci;
-non sottoporre il bambino ad esami ecografici che riscontrerebberro la fisiologica ed incompleta chiusura della valvola;
-non sospendere ASSOLUTAMENTE l’allattamento al seno;
Piuttosto rassicurare la madre che presto passerà.

cbr002781Molte mamme si trovano di fronte ad una diagnosi e alla prescrizione e poi somministrazione di sciroppi(Maloox) ,a suggerimenti del tutto errati come allungare il tempo tra una poppata e la successiva, all’uso del ciuccio o alla sospensione dell’allattamento al seno.
Si finisce con il credere che il proprio latte non venga digerito bene dal bambino.
Il reflusso non ha nulla a che vedere con la digestione ,nè con la digeribilità del latte materno.
Questa condizione, di acidità dello stomaco, è più frequentemente collegata allo STRESS del neonato,il quale stress è di solito collegato a quello della madre, al dover attendere tra una poppata e l’altra o alla separazione prolungata dalla madre.
Se c’è tensione o malessere nella madre, può essere risentito dal bambino e comunicato attraverso il pianto, coliche gassose o acidità dello stomaco.
Questi tipi di fastidi non sono ,infatti, presenti nelle società dove i bambini sono costantemente attaccati alle madri durante i primi mesi di vita, questo perchè sentono rispettati e soddisfatti i loro bisogni.
Molto spesso , se il bambino ha poppato da poco, si cercano alternative per cercare di tranquillizzarlo, ma in quei casi si dovrebbe NUOVAMENTE riproporre il seno.
Il seno infatti non è solo nutrimento, ma anche luogo di sicurezza, accoglienza e benessere per il bambino.
Sarà quindi fondamentale:
-Sostenere la mamma, anche con aiuti pratici, lasciandola con il bambino;
-Allattare a richiesta, anche ogni 10 minuti se il bambino lo richiede;
-Prediligere il contatto pelle a pelle, anche con l’utilizzo di fasce porta bebè;
-Prediligere una posizione verticale durante la poppata;
-In alcuni casi rivolgersi a dei professionisti, come ad esempio osteopati;

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